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Marcel
MARCEL (di Gian Luigi Ago)
Un omaggio al più grande lettore d'anime mai esistito
E lui provò ad alzarsi ma era debole
ma la
sua mente e la sua penna no
e scrisse “Fin” dopo tremila pagine ed il tempo perduto ritrovò
Pensò a Balbec e al mare quando luccica
come lacrime negli occhi di Albertine
Vide Combray e i biancospini fragili
come l’amore tra Swann ed Odette
E io
son qui, le due di notte a leggere di come il tempo ci trasformerà
Mi perdo in quei cristalli di perifrasi, nei vortici dell’interiorità
Marcel lo so quanto è stato difficile
in
quella stanza nel boulevard Haussmann
ricordi emersi tra pareti in sughero,
“intermittence” che a volte il cuore ha
“Les
années heureuses sont les années perdues
avec lesquelles nous pouvons bâtir l'édifice immense du souvenir”
E io
son qui perso in un altro secolo e cerco tracce della verità
in soprassalti emozionali e illogici
tra i segni di cui si innerva la realtà
Perché Marcel anche oggi non è facile
riuscire a guardare in fondo a sé
tra “parvenues” e salotti mediatici da fare invidia a Madame Verdurin.
E
poi si accesero le luci alle vetrine di tutte le librerie della città
quando in Rue Hamlein si chiusero le pagine
sulla sua immensa “œuvre cathédrale”
qualcuno disse “E chi potrà mai più scrivere?”
qualcuno la sua assenza immortalò
“cahiers” invano sopra a un camino aspettano “
paperoles” che più nessuno incollerà
“Les
années heureuses sont les années perdues
avec lesquels nous pouvons bâtir l'édifice immense du souvenir”
Così
Marcel hai consegnato ai secoli il tuo trattato sull’umanità
Tu farfalla prima che crisalide, tessitor notturno della verità
Tutta una vita da lettore d’anime,
“expérimentateur du temps qui passe”
Dalla prima all’ultima di oltre tremila pagine
da “longtemps” fino ad “avec le temps”
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