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La semantica del Tempo
LA SEMANTICA DEL TEMPO (di Gian Luigi Ago)
Il tempo passa e le parole in cui credevamo cambiano
la loro accezione semantica o risultano completamente vuote.
Ma anche il tempo stesso acquisisce per noi un diverso significato.
Il tempo si accorcia e la speranza è che altri continuino
a portare avanti quello in cui abbiamo creduto e per cui abbiamo lottato.
E le forme del linguaggio di cui volevam parlare
ci han coinvolto troppe volte, disgregato e fatto male,
la semantica tra l’altro assomiglia un po’ a un coltello
tra le mani di un bambino, non ti puoi fidare mai.
E poi perdi la memoria e diventa anch’essa storia,
le parole in cui credevi freddi archetipi infedeli,
la semantica è incoerente, può far male (l’ho già detto)
ma per spiegarlo ci vuol tempo e io quasi non ne ho più.
E allora, che fare? Ancora pensare…
Ma se il tempo che mi manca
tu senz’altro ne hai di più
potrai continuare tu per me.
Frasi e strofe di canzoni, utopie e sogni perduti,
viaggi veri e immaginati, anni mitici e affollati,
poi ci siamo ritrovati piano piano ad invecchiare
proprio dentro le città che noi volevam bruciare.
Ed il tempo ci ha imbrogliato, fuori sincrono e veloce
e mi prende per la gola e mi chiama col mio nome
e a volte mi domando se davvero tutto ha un senso,
ci vorrebbe un po’ più tempo ma io quasi non ne ho più.
E allora, che fare? Ancora sognare…
Ma se il tempo che ci manca
tu senz’altro ne hai di più
potrai continuare tu per me,
per me, anche per me
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